San Sebastiano fa il miracolo, Sant’Ippolito non gli è da meno e Sant’Andrea ci mette la croce.

Croce di santandrea“Grazie” al Ninjo ci eravamo rassegnati, stagione agli sgoccioli, per non dire conclusa già entro fine gennaio. Botta finale, con la subdola complicità di San Sebastiano, Patrono di Ovindoli, che in pompa magna viene celebrato il 20 di gennaio, i children negavano ai MasterMind di disputare a Roccaraso, in pari data 20 gennaio, gare 3 e 4. Ma Sant’Ippolito, Santo Patrono di Roccaraso, con la fattiva complicità di Ciro il Grande e di Antonio il Grosso, rispondeva con il miracolo di rendere disponibile, in date 02/02 e 03/02, la indistruttibile Pallottieri per un poker di gare, a fagiuolo, per “apparare“ con almeno sei gare sulle otto programmate a Roccaraso, il circuito MM 2024.
San Sebastiano non ci sta e, in extremis, ribatte a Sant’Ippolito, con il miracolo ulteriore, di rendere disponibile per i giorni 3 e 4 febbraio, una pista per una coppia di gare bivalenti,  Circuito Appennino e MasterMind, in recupero di quelle rinviate il 21 gennaio.
ORRORE, in una stagione senza neve, si paventa una sovrapposizione di gare, che può avere come ricadute il conflitto tra Presidenti di Comitati, tra Ovindoli e Roccaraso e, tanto per lasciare tutti incazzati, tra disperati sudisti alla ricerca di bianche emozioni.
Questo il quadro il 28 gennaio sera, drammatico, perché quale delle parti in causa  può avere mai il coraggio di fare marcia indietro e annullare tutto, dopo aver fracassato per giorni gli attributi maschili a Presidenti, Enti Gestori di impianti e piste e a quant’altri coinvolti?
Provvidenzialmente, nella paventata disputa, interviene Sant’Andrea che impone la sua croce, che se ritenuta idonea a dirimere il traffico fra treni ed automezzi, a maggior ragione è ritenuta idonea a soffocare un’ipotetica zuffa, che, in verità nessuno degli interessati intende scatenare. Sant’Andrea (non trattasi di Ballabio tanto per essere precisi), per fortuna, non tarda ad emettere la sua sentenza inappellabile: semaforo verde per Roccaraso, rosso per Ovindoli.

Per 20 euro in piu'

Per qualche dollaro in piu - Aremogna
 
È vero, a Roccaraso ti fanno pagare pure l’aria che respiri, MA PERÒ (rafforzativo, qundo ce, ce vo), anche per quei benedetti venti euro, a Roccaraso si gareggia e in tutto il resto dell’Appenino no.
Giornata migliore del 13 gennaio non poteva meritare MasterMind per l’overture della stagione 2024.
Sole smagliante e meno nove sull’altpiano dell’Aremogna, assente il vento.
Il manto nevoso sulla pista di gara era perfetto, una pioggettina e una nevicatina bagnata dopo la salvifica nevicata del dopo epifania, cui ha fatto seguito un opportuno raffreddamento ed infine la caduta a meno nove della temperatura hanno quasi prodotto l’effetto barrato. Anzi meglio, perché il fondo era duro, molto duro ma non ghiacciato, tanto che la pista ha retto così bene che non c’è stato bisogno di ritracciare.
Se il fondo è risultato ottimo, altrettanto si deve dire del tracciato, fluido, senza strozzature, armonico, da dieci e lode, lo testimonia la circostanza che, udite udite, non si è 
levata alcuna voce di dissenso.
In definitiva una coppia di gare che hanno cancellato le fosche ansiogene previsioni che avevano
tenuto tutti sospesi, l’impeccabile S.C. Napoli, organizzatore di entrambe le gare di giornata e gli atleti sul piede della partenza, trattenuto, però, dal piede che non voleva muoversi.
Lode all’ente gestore del comprensorio che non ha lesinato cannonate di neve programmata tutte le rare volte che quest’inizio di tiepido inverno glielo ha permesso, senza lo zoccolo duro della neve “ sparata”, che ha retto a più di un’ondazione, non si sarebbe potuto gareggiare.

Racconti da Carezza e dintorni con sussurri da Roccaraso

Papere
 
SENZA ACQUA LA PAPERA…
Anche quest’anno è quanto mai dovuto un appello alla vita, ma non solo per MasterMind, bensì per lo sci tout cuourt e per il mondo intero, che dubbio c’è. 
La neve per lo sci è come l’acqua per la papera e senz’acqua la papera non galleggia, come recita un noto adagio napoletano. 
Ce l’avevano promessa da inizio dicembre, ovviamente la neve:” incursione di aria artica porterà copiose nevicate anche a bassa quota perfino al sud”. Niente, al di là’ delle Alpi neve a palate, al di qua un’eterna primavera. Poi sono cominciati i rinvii, l’abbiamo attesa di settimana in settimana, poi ce l’hanno garantita a fine anno tra il 30 notte e il 31, poi il trenta notte è slittato al 31 mattino, 31 pomeriggio, alla fine siamo tutti diventati interpreti del teatro dell’assurdo. Niente neve, beffati su tutto l’arco alpino dal Colle di Cadibona fino al passo di Vrata e su tutta la dorsale appenninica dal medesimo Colle di Cadibona, che li congiunge con le Alpi, al profondo sud, Gambarie di Aspromonte.